L'auditorium del Conservatorio musicale nell'isolato dell'ex Arcispedale Sant'Anna a Ferrara
L’auditorium del Conservatorio musicale nell’isolato dell’ex Arcispedale Sant’Anna a Ferrara. Studi e proposte per il restauro del complesso di Carlo Savonuzzi
Nell’ambito di una convenzione sottoscritta nel 2006 tra Conservatorio di Musica “G. Frescobaldi”, Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e Comune di Ferrara, finalizzata al restauro e la restituzione alla fruizione didattica, culturale e convegnistica della sala dell’Auditorium del Conservatorio, dal 1970 di proprietà del Demanio Patrimoniale dello Stato, si è stabilito che la progettazione dell’intervento fosse eseguita da tecnici del Comune, i quali avrebbero potuto avvalersi della collaborazione dei Dipartimenti di Architettura e Ingegneria dell’Università degli Studi di Ferrara. A seguito della sottoscrizione di tale Convenzione, è stato redatto un Contratto di ricerca tra gli stessi soggetti e il centro ArcDes, Dipartimento di Architettura, che prevedeva le seguenti attività: studio del contesto urbano e del complesso architettonico formato dal Conservatorio e dagli edifici contermini; analisi dei requisiti funzionali, strutturali, tecnologici, impiantistici, acustici e di sicurezza, della sala e degli spazi contermini; supporto per l’elaborazione del progetto definitivo di restauro della sala e degli spazi contermini, interessando gli aspetti di tipo architettonico, tecnologico, strutturale, impiantistico e acustico, anche attraverso il contributo di specialisti o di ricercatori esterni. Uno storico complesso architettonico – l’Arcispedale di Sant’Anna a Ferrara –, è oggetto nella seconda metà degli anni Trenta del secolo scorso di un intervento di ri-composizione architettonica più che di restauro da parte di Carlo Savonuzzi, che lo trasforma nella sede del Conservatorio di musica, con due splendide sale, la sala dell’Auditorium e quella che diventerà la sala del Cinema Boldini. In un contesto di tale rilievo, il compito di riportare la sala dell’Auditorium, da anni chiusa per la presenza di amianto nelle sue pareti interne, a un uso appropriato e in linea con le normative e i requisiti attuali, è apparso da subito compito complesso e affascinante, capace di mettere alla prova non solo i singoli saperi, ma in particolare la necessaria interazione e la possibile integrazione tra le discipline coinvolte. Guardando all’esempio di Savonuzzi, il progetto di restauro si è configurato come globale ricomposizione degli spazi dell’Auditorium, intendendo questi necessariamente non confinati alla sala da concerti e al palcoscenico, ma estesi agli spazi di servizio alla sala, agli spazi per gli esecutori, per la direzione e la gestione, ai servizi per il pubblico. Il lavoro di ricerca ha inteso utilizzare le più avanzate tecniche di indagine per sviluppare un modello conoscitivo tridimensionale della sala e del complesso di cui fa parte, al fine di progettare il restauro della forma “esistente” della sala, attraverso il controllo scientifico della sua “nuova” forma, attraverso l’uso di materiali contemporanei analoghi a quelli moderni originari, e di tecnologie legate ai sistemi acustici, di illuminazione e di climatizzazione della sala.
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